lunedì 30 aprile 2007

Verbale del 30 aprile 2007

Sollecitato dalla voce flautata di Fiorenza Pancino (non è ironico: quando mi telefona ha sempre una voce gentile), mi rendo conto che ho dimenticato la riunione di questa sera: pensavo fosse tra due giorni. Trafelante abbandono una cena casalinga in cui i temi di discussione stavano passando dalla filosofia presocratica al comportamento dei gatti: la bottiglia di wodka era diminuita di un quarto, i miei bicchieri da liquore sono molto capienti. Dal tavolo di casa a quello del locale prescelto, in senso orario presenti: Andrea, Viola, Gian Ruggero, lo scrivente, Fiorenza e Nero. Martha arriva tra un po’. Cazzeggio e mottetti, burle e ciarle. Vengono introdotti, in ordine sparso, i seguenti argomenti: grafica, preventivi, luoghi di esposizione certi ed incerti, titolo mostra, varie ed eventuali, birre, caffé e dolci. In quale oggetto troviam maggior diletto: se nell’affrontare la disposizione del discorso mettendo l’accento sul proprio animo e la gioia di vivere o nell’assoggettarsi ad un bene comune a guisa di conduzione e cornice? Il consesso degli artisti volge lo sguardo ai curatori di schede e progetti che, con lungimiranza, confortano gli animi assicurando con forza che nell’Unità risiede il valore che non crolla, nella Coesione il motore dell’avvenire, nell’Identità Comune il cemento della casa futura. Quindi poche palle, passiamo al sodo: sono necessarie 8 – 10 foto per ciascuno (300x300 dpi) tra le quali sceglierò: tempo di consegna 15-20 giorni. Per Paola si spalleggeranno Fiorenza e Mirco; le schede arriveranno dopo la mostra sugli ex-voto di Solarolo; nessun logo di gallerie presenti o future. Per i preventivi solo roba scritta. Ci sarebbero altri sottotesti da riportare: i caffé non hanno, come si può immaginare, attenuato gli effetti della vodka. Alle ore 23.00 ognuno riprende la strada di casa, stanco, ma felice della bella riunione.



Paola Bandini. Ceramica, istallazione, 2006.

sabato 21 aprile 2007

Verbale della riunione del 19 aprile 2007

“Se io lavoro è perché non so che fare.” Le Orme.

Riunione di Giovedì 19 aprile, ore 15.00. Presenti: Pancino, Nero, Kotliarsky, Denicolò. Assenti giustificati Pachon e Bandini. Il Curatore è presente in spirito.

Emaldi Viola ha accettato di fare le schede. (Nell’immediato doporiunione quando, da me visitata per deposito opera una (1) per mostra ex-voto), manifesterà entusiasmo adesione al progetto. Commenti lusinghieri al riguardo del parente Curatore mostra.
Si prende atto delle specifiche tecniche di prodotto raccolte dal Denicolò riguardo il catalogo (vedi e.mail passata in data non mi ricordo quale), sulle quali Neretti e Kotliarsky raccoglieranno preventivi da tutte le tipografie del reame. Vengono ventilate le seguenti preferenze: ruotiamo il formato fino a che assuma la foggia di un album, mettersi li a disegnare copertine e poi incollarle e prima ancora andar a cercare il cartone è una palla, si intravedono costi occulti, io in quel periodo sono via a mietere il grano.
Punto terzo. Chi è che si prende la responsabilità della grafica? Dopo una serena e pacata discussione il redattore della presente si candida come Responsabile Unico a ricoprire il ruolo di Grafico. Mormorii e Brusii in sala. Con l’esperienza che gli è propria il Candidato propone un Brain storming per l’individuazione del concept dello stampato. Svolgimento del tema. Vengono individuati una serie di aggettivi, sostantivi e verbi che, in seconda analisi, risultano basati su contrapposizioni. Alla richiesta di approfondimenti il Neretti ricorda alla congrega le tecniche di insiemistica apprese durante i primi mesi di scuola elementare: gli insiemini. Nel rievocare dette tecniche egli traccia delle connessioni virtuali tra i partecipanti al Movimento Estetico. Durante lo svolgersi del confronto dialettico viene ventilata la necessità di cambiare il nome del progetto. Gli astanti fanno alcune proposte accolte con riluttanza dallo scrivente.
Vengono mostrati alcuni cataloghi preparati da Pachon riguardo alle sue preferenze in fatto di grafica.
Dopo alcune pause logistiche (debbo portare i pezzi nel forno in piazza, dov’è il bagno?) passano all’unanimità le seguenti mozioni:
1) Alessandro e Andrea si occuperanno delle richieste di preventivi;
2) Chi non l’ha fatto dovrà consegnare il proprio materiale iconografico a Emaldi Viola acciocché ella possa svolgere il suo compito;
3) Mirco presenterà alcune proposte di grafica per il catalogo che verranno votate dall’assemblea;
4) Le immagini delle opere che entreranno in catalogo verranno fotografato dallo stesso fotografo (Tassinari Raffaele);
5) Il Curatore (G.R.M.) esprimerà il proprio insindacabile giudizio sui contenuti iconografici dello stampato.
La riunione si conclude alle ore 17.00 con buona pace dei presenti e viene aggiornata a lunedì 30 aprile dell’anno corrente alle ore 21.00 nella sede della Cantina di Noè dove si potranno peraltro sorbire ottimi vini e distillati. Ognuno paga per sé.



Fiorenza Pancino "Sciame d'anime", Ceramica, Istallazione, 2006.

giovedì 5 aprile 2007

Andrea Veronica Kotliarsky



"Adesso mi tuffo", Carta pesta e ceramica, cm.47x93x13. 2005

lunedì 2 aprile 2007

Martha Pachon Rodriguez




Martha PAchon Rodriguez. “COFFEE CONTAINER”, Cm.40x30x42. Gres, ingobbi, oro. 2005.

domenica 1 aprile 2007

anar.C.CORD Il recupero del senso in arte. Di Gian Ruggero Manzoni

Primo stralcio.

“Anar.c.ord”… o, forse, “Amarcord” ? Quest’ultima è parola di felliniana memoria, in romagnolo significa “mi ricordo” (forse di quando gli artisti erano tali?), così come, sonoramente, “Anar.c.ord” può tirare in ballo l’anarchia o l’anarcotico, cioè il pensiero anarchico, quello più libero, quello più puro, quello votato all’amoroso rapporto con i propri simili e con la natura. Quello che ci conduce a un assoluto esistenziale.
Io penso che Anar.c.ord (neologismo coniato per questa nostra occasione) contenga entrambi i significati che vi ho proposto, essendo l’unione di sei artisti di ‘cuore’ (Bandini, Denicolò, Kotliarsky, Neretti-Nero, Pancino, Pachon), operanti a Faenza, in Romagna, che hanno scelto la terracotta e altri materiali poveri, legati alla tradizione, per esprimersi, per dirsi in un mondo in cui il ‘senso’ dell’esistere e del porsi sta ricercando un suo futuro, non senza difficoltà enormi. Come rispondere, secondo loro, a tale alienazione? Affrontando il gesto creativo con la serenità di chi è consapevole del proprio bagaglio poetico e lo vive fino in fondo, senza camuffamenti, senza opportunismi, senza sfoggiare l’ego, quindi credendoci, spesso dando ‘gioco’ o ironia al proprio ottimismo di vita, oppure “mettendo il dito nella piaga”, allorquando necessita, nel pieno operare per l’altro al fine di giungere a una sorta di “catarsi armonica” (rivolta ad un’ovvia palingenesi-rinascita) che non coinvolga, unicamente, la sfera del proprio essere, ma l’intero.



Nero "Orco porco!Gigante ciccione assomigli a un bidone ovvero Un applauso al premio ''scusa più incredibile per rubare del petrolio”. cm. 223x80x60. Bidone, ferro, rame, argille refrattarie. Particolare.