domenica 1 aprile 2007

anar.C.CORD Il recupero del senso in arte. Di Gian Ruggero Manzoni

Primo stralcio.

“Anar.c.ord”… o, forse, “Amarcord” ? Quest’ultima è parola di felliniana memoria, in romagnolo significa “mi ricordo” (forse di quando gli artisti erano tali?), così come, sonoramente, “Anar.c.ord” può tirare in ballo l’anarchia o l’anarcotico, cioè il pensiero anarchico, quello più libero, quello più puro, quello votato all’amoroso rapporto con i propri simili e con la natura. Quello che ci conduce a un assoluto esistenziale.
Io penso che Anar.c.ord (neologismo coniato per questa nostra occasione) contenga entrambi i significati che vi ho proposto, essendo l’unione di sei artisti di ‘cuore’ (Bandini, Denicolò, Kotliarsky, Neretti-Nero, Pancino, Pachon), operanti a Faenza, in Romagna, che hanno scelto la terracotta e altri materiali poveri, legati alla tradizione, per esprimersi, per dirsi in un mondo in cui il ‘senso’ dell’esistere e del porsi sta ricercando un suo futuro, non senza difficoltà enormi. Come rispondere, secondo loro, a tale alienazione? Affrontando il gesto creativo con la serenità di chi è consapevole del proprio bagaglio poetico e lo vive fino in fondo, senza camuffamenti, senza opportunismi, senza sfoggiare l’ego, quindi credendoci, spesso dando ‘gioco’ o ironia al proprio ottimismo di vita, oppure “mettendo il dito nella piaga”, allorquando necessita, nel pieno operare per l’altro al fine di giungere a una sorta di “catarsi armonica” (rivolta ad un’ovvia palingenesi-rinascita) che non coinvolga, unicamente, la sfera del proprio essere, ma l’intero.



Nero "Orco porco!Gigante ciccione assomigli a un bidone ovvero Un applauso al premio ''scusa più incredibile per rubare del petrolio”. cm. 223x80x60. Bidone, ferro, rame, argille refrattarie. Particolare.

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