mercoledì 6 giugno 2007

Mi piacerebbe fare il catalogo come un sistema planetario con otto centri con forze attrattive e gravitazionali variabili.

Oggi con Viola prima e con Fiorenza poi sono saltati fuori (sono emersi, sono scaturiti, sono stati sottolineati, sono stati considerati, sono stati messi sotto il riflettore, messi in luce, si sono dibattuti… potrei andare avanti per molte righe) alcuni concetti sui quali non avevo riflettuto con chiarezza.

Quello che si fa per vendere (sostenete gli artisti, non lasciate che vengano respinti quando fanno richieste di finanziamento in banca: non fa bene al loro amor proprio, eppoi è una cosa brutta);
quello che si fa per costruire delle istallazioni (che non ti compreranno neanche a morire);
le immagini che galleggiano nel vuoto e la forma dei loro contenitori;
lo spazio che sostiene e attorno al quale si adagiano le immagini;
i contenitori di immagini che attraggono e quelli che respingono;
due lavori con due gesti: aggiungere e cancellare (notare la differenza tra togliere e cancellare);
del raccontare e del comporre e dei modi per quadrare il cerchio servendosi di corde e compasso (figurine e spazi astratti, Dioniso ed Apollo);
pensare e classificare;
Bach, Goedel, Escher un’eterna ghirlanda brillante.

È stato citato molto altro che la memoria non ha trattenuto con la stessa necessità.

Relatore unico: Piè Veloce Achille.




Fiorenza Pancino. "J' adore les papillons mais pas les collectiones". Istallazione. Ceramica. 2006

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